EVENTO PUBBLICO
BOB E TOM LOVERS
il blog degli amanti della musica che i due deejays americani Bob Day e Tom Sison hanno suonato alla baia degli angeli dal 1975 al 1977
lunedì 17 dicembre 2012
lunedì 10 dicembre 2012
domenica 9 dicembre 2012
LA STORIA TRATTA DAL LIBRO DISCO SELECTOR
la Storia di BOB e TOM (e della BAIA DEGLI ANGELI) tratta dal libro di Max de Giovanni "DISCO SELECTOR"
Nei primi anni 70 Giancarlo Tirotti viaggio' molto, tra sud america e new york, l'allora capitale mondiale della moda e dell'arte in tutte le sue forme.Nei suoi viaggi inizio' ad osservare, riflettere e prese forma un idea ben precisa: tornare a gabicce, rilevare uno sporting area situato sui colli e trasformarlo in un luogo che esprimesse la filosofia del suo ideatore e sintetizzasse il meglio di quanto osservato in giro per il pianeta.dice Tirotti: volevo aprire un locale aperto al mondo, frequentato sia da giovani ragazzi, sia da uomini e donne provenienti dai piu' diversi ceti sociali: un luogo d'incontro dove i miei amici e i miei ospiti si trovassero a loro agio, indipendentemente dall'eta', dalla cultura e disponibilita' economica.L'idea che mi ha guidato è stata quella della "piazza", l'agora degli antichi greci, un luogo di incontro aperto all'integrazione, dove incontrare ed incontrarsi.Da vero esteta ed amante del bello, diede grande risalto ai colori e agli arredamenti: il bianco candido dominava e caratterizzava il locale, mentre le vetrate alle pareti permettevano agli ospiti di godere di una vista mozzafiato sulla baia sottostante.Nel locale erano state realizzate due piste da ballo situate su piani differenti e un ascensore, in cui era stata posizionata la cabina del dj, permetteva di governarle entrambeNel giardino esterno era stata costruita una piscina, di giorno frequentatissima.La Baia non chiudeva mai - dice Tirotti - gli ultimi nottambuli uscivano quando il sole era gia' alto nel cielo e, appena riassestata e ripulita, riapriva nella sua veste diurna, per accogliere nuovi ospiti che la preferivano alle affollate spiagge sottostanti e si fermavno per colazioni e pranzi.nelle serate trascorse nei locali di New York aveva colto l'importanza dell'impianto audio, degli effetti scenici e della qualita' delle selezioni musicali.Trovare il sound system adatto non fu un problema, gli effetti luci invece....in Italia non esisteva nulla di quanto visto oltreoceano, solo luci colorate e luci stroboscopiche che si azionavano automaticamente.Tirotti commissiono' la realizzazione di questi effetti alla Amplilux che inizio' a specializzarsi in tal senso, inventando strobo piu' potenti e centraline luci molto particolari e riusci' cosi' a ricreare alla Baia tutte quelle energie di calore che lo avevano entusiasmato a New York.fece addirittura montare una gru sulla quale installo' particolari effetti luce che a volte azionava personalmente.la Baia era aperta tutti i giorni della settimana in estate e i week end d'inverno, tranne un paio di mesi nei quali rimaneva chiusa per preparare i necessari restyling: ad ogni stagione la Baia si presentava con una nuova veste scenografica e con nuovi arredi: il personale fu dotato di un look originale, infatti ognuno indossava una tuta bianca appositamente ideata.La Baia apriva alle 22 ma gia' centinaia di persone aspettavano impazientemente di entrare: la fila specialmente nel weekend era continua e a mezzanotte circavi era il primo ricambio.alle 3 circa, un nuovo flusso, prevalentemente addetti ai lavori e proprietari degli altri locali della zona che, chiuse le rispettive attivita' andavanoalla Baia per trascorrere il resto della serata.la Baia aveva adottato un progetto marketing geniale, frutto dell'inventiva del suo ideatore:fu data grande importanza al passaparola infatti tutti i clienti invitavano a loro volta i propri amici ad andare a vivere emozioni uniche.furono utilizzati pochi cartelloni pubblicitari, cosa invece di prassi comune all'epoca, ma chiari ed efficaci: il famoso logo della baia e una scritta, una frase semplice ma accattivante che esprimesse un idea
IL LOGO
il logo del locale il famoso "angelo della baia" nacque quasi spontaneamente: dice Tirotti - volevo trovare un logo semplice lineare ed armonioso che esprimesse la filosofia del locale ma che fosse, allo stesso tempo riconoscibile da tutti immediatamente.
parlando con il suo grafico di fiducia gli spiego' di pensare ad uno smile, cioe' un cerchietto tondo, un viso con una linea semicurva che rappresentava le labbra sorridenti ed un puntino che simboleggiava un occhio.
lo smile era infatti stilizzato di profilo: il grafico allora quasi per gioco traccio' l'aureola e lo smile si trasformo' nell'angelo della baia.
in pochi istanti era stato creato un simbolo leggendario che, ancora oggi, a distanza di tempo rappresenta un luogo , un'idea un modo di essere.
Tirotti fece poi costruire un grande angelo, di notte illuminato che divenne l'insegna del locale visibile da tutta la costa sottostante
LA QUALITA' DELLE SCELTE MUSICALI:
nella Grande Mela Tirotti aveva sentito un sound nuovo, innovativo, cioe' la disco music che stava affermandosi rapidamente come fenomeno di costume.musica mai sentita nella nostra penisola, selezionata da una figura professionale nuova: il deejay.il deejay, utilizzando due giradischi ed un mixer poteva dare continuita' alla serata evitando le interruzioni e i silenzi che caratterizzavano le esibizioni dei gruppi liveuna novita' assoluta fu la sovrapposizione ritmica dei pezzi selezionati in sequenza, che soppianto' la tecnica italiana con la quale i deejays presentavano i pezzi con l'utilizzo del microfono, sfumandoli.Tirotti conobbe un giovane portoricano, nativo di san jose', Tom Sison, trasferitori a Nwe York e gli propose di trasferirsi in italia. Tom accetto' l'offerta e colse l'opportunita' di vivere un'esperienza di vita unica ed irripetibile per il ragazzo che viveva nel village.come consuetudine del tempo Tom firmo' un contratto stagionale che comprendeva vitto alloggio e qualche biglietto aereo per tornare a New York.con lui arrivarono altri tre personaggi destinati a lasciare il segno nella nightlife internazionale: starling st jacques, elwanda contreras e carmen d'alessio che costituirono un cast artistico impensabile per il periodo.sterling era un afro americano attore e ballerino figlio di raymond, famoso attore reso popolare dai ruoli recitati in famosi film del genere chiamato blaxpoitation.sterling arrivo' alla baia per aiutare ad animare e rendere sempre piu' esclusive e sfiziose le serate.cerco' di proporsi anche come dj ma con scarsi risultati e dopo pochi set rinuncio' dedicandosi solamente all'impegno di ballerino.Elwanda era una modella new yorkese: si fermo' alla baia per due estati poi rientro' a new yorkCarmen rimase qualche tempo per fare ritorno poi nella sua New York dove viveva ormai da anni. peruviana arrivo' nella grande mela nel 1966 dove fu una apprezzatissima modella.la Baia degli angeli era pronta per incominciare la sua storia e da allora la nightlife italiana non fu piu' la stessa.il passaparola funziono' alla perfezione e la Baia si riempi' immediatamente di ragazzi provenienti dalle zone circostanti, anche se non mancavano ospiti d'eccezione, milanesi, romani amici di Tirotti.i turni e gli orari in consolle di lavoro diventarono insostenibili e Tom chiese a Tirotti di poter avere un collega con cui condividere la consolle e gli presento' un amico newyorkese: bob day.bob arrivo' sostenne un provino che supero' brillantemente e rimase ininterrottamente per tre stagioni fino a fine estate 1977.si era formata così la coppia di djs piu' famosa ed importante del panorama musicale italiano.bob era nato nel bronx nel 1948 ma viveva nel west village a manhattan.una curiosita': forse pochi sanno e ricordano che anche un altro americano suono' alla baia: rafael tores portoricano residente a new york: arrivo' in italia nel 1976 e suono' al "chocolate" di gabicce.era un caro amico di Tom e a volte prendeva possesso della consolle della baia.l'italia era una meta ambita da molti djs della grande mela e rafael tores fu preferito a chris jones (fratello della famosa cantante grace jones) che ambiva ad un posto nella consolle della baia.Bob e Tom furono così innovativi: la tecnica del mixaggio in sovrapposizione ritmica. l'utilizzo dei sottopiatti, pezzi di stoffa o cartone posti sotto il disco per farlo scorrere meglio, il posizionamento dei dischi per terra invece che negli appositi scaffali che consentiva una ricerca piu' veloce e soprattutto le selzioni musicali.ad inizio serata quando ancora i cancelli erano chiusi al pubblico, le proposte erano generalmente tratte dal grande archivio soul degli anni 74-75-76-77 pezzi lenti ma di grande impatto destinati a fare storia, poi il ritmo saliva miscelando pezzi disco e suoni duri della tradizione funk.Bob e Tom suonavano molti pezzi nella versione 7" e solo successivamente nel nuovo formato 12", oltre ovviamente ai tradizionali long playling dai quali estraevano pezzi sconosciuti ai piu'.come gia' raccontato i due americani tornavano a new york circa 5 volte all'anno ad acquistare nuovo materiale che poi proponevano in esclusiva.i due americani da bravi professionisti cercavano di coniugarele esigenze del dancefloor con la loro voglia di ricerca musicale: infatti a fianco di alcuni pezzi ai tempi "commerciali, bob e tom abbinavano alcune loro scoperte, come si puo' verificare con un attento ascolto.tom amava la musica nera ed i suoni ispanici tipici del periodo e le sue proposte erano sempre innovative quanto raffinatebob invece era piu' disco e le sue selzioni piu' da impatto per la facilita' dell'ascolto.bob e tom fecero conoscere ai nottambuli italiani le produzioni della philadelphia records, i suoni disco della tk di miami, portati direttamente dagli states in occasione dei viaggi che effettuavano quattro o cinque volte all'anno.il 1976 dice Tirotti - fu l'anno magico: grandi serate, gran successo di pubblico giusto e musica meravigliosa.il successo fu travolgente e la baia comincio' a diventare un fenomeno di culto, conosciuta in tutta italia: giovani nottambuli iniziarono ad arrivare da tutta la penisola, sull'onda dei racconti di chi c'era stato e dei mixtapers dei due americani che iniziarono a girare di mano in mano.bob e tom registravano le loro serate sul registratore a bobina revox e le passavano poi su cassette per venderle ai tanti appassionati.questo successo travolgente fu anche la fine dell'idea che aveva guidato Tirotti nell'aprire il locale: forse fu naturale ed inevitabile che la baia, un locale aperto a tutti, si trasformasse in un club piu' tendenzioso, frequentato dai giovani piu' grintosi e desiderosi di vivere la vita con grande intensita' e partecipazione emotiva.Tirotti decise di vendere e nell'autunno del 1977 si trasferiì per lungo tempo in africa.
Nei primi anni 70 Giancarlo Tirotti viaggio' molto, tra sud america e new york, l'allora capitale mondiale della moda e dell'arte in tutte le sue forme.Nei suoi viaggi inizio' ad osservare, riflettere e prese forma un idea ben precisa: tornare a gabicce, rilevare uno sporting area situato sui colli e trasformarlo in un luogo che esprimesse la filosofia del suo ideatore e sintetizzasse il meglio di quanto osservato in giro per il pianeta.dice Tirotti: volevo aprire un locale aperto al mondo, frequentato sia da giovani ragazzi, sia da uomini e donne provenienti dai piu' diversi ceti sociali: un luogo d'incontro dove i miei amici e i miei ospiti si trovassero a loro agio, indipendentemente dall'eta', dalla cultura e disponibilita' economica.L'idea che mi ha guidato è stata quella della "piazza", l'agora degli antichi greci, un luogo di incontro aperto all'integrazione, dove incontrare ed incontrarsi.Da vero esteta ed amante del bello, diede grande risalto ai colori e agli arredamenti: il bianco candido dominava e caratterizzava il locale, mentre le vetrate alle pareti permettevano agli ospiti di godere di una vista mozzafiato sulla baia sottostante.Nel locale erano state realizzate due piste da ballo situate su piani differenti e un ascensore, in cui era stata posizionata la cabina del dj, permetteva di governarle entrambeNel giardino esterno era stata costruita una piscina, di giorno frequentatissima.La Baia non chiudeva mai - dice Tirotti - gli ultimi nottambuli uscivano quando il sole era gia' alto nel cielo e, appena riassestata e ripulita, riapriva nella sua veste diurna, per accogliere nuovi ospiti che la preferivano alle affollate spiagge sottostanti e si fermavno per colazioni e pranzi.nelle serate trascorse nei locali di New York aveva colto l'importanza dell'impianto audio, degli effetti scenici e della qualita' delle selezioni musicali.Trovare il sound system adatto non fu un problema, gli effetti luci invece....in Italia non esisteva nulla di quanto visto oltreoceano, solo luci colorate e luci stroboscopiche che si azionavano automaticamente.Tirotti commissiono' la realizzazione di questi effetti alla Amplilux che inizio' a specializzarsi in tal senso, inventando strobo piu' potenti e centraline luci molto particolari e riusci' cosi' a ricreare alla Baia tutte quelle energie di calore che lo avevano entusiasmato a New York.fece addirittura montare una gru sulla quale installo' particolari effetti luce che a volte azionava personalmente.la Baia era aperta tutti i giorni della settimana in estate e i week end d'inverno, tranne un paio di mesi nei quali rimaneva chiusa per preparare i necessari restyling: ad ogni stagione la Baia si presentava con una nuova veste scenografica e con nuovi arredi: il personale fu dotato di un look originale, infatti ognuno indossava una tuta bianca appositamente ideata.La Baia apriva alle 22 ma gia' centinaia di persone aspettavano impazientemente di entrare: la fila specialmente nel weekend era continua e a mezzanotte circavi era il primo ricambio.alle 3 circa, un nuovo flusso, prevalentemente addetti ai lavori e proprietari degli altri locali della zona che, chiuse le rispettive attivita' andavanoalla Baia per trascorrere il resto della serata.la Baia aveva adottato un progetto marketing geniale, frutto dell'inventiva del suo ideatore:fu data grande importanza al passaparola infatti tutti i clienti invitavano a loro volta i propri amici ad andare a vivere emozioni uniche.furono utilizzati pochi cartelloni pubblicitari, cosa invece di prassi comune all'epoca, ma chiari ed efficaci: il famoso logo della baia e una scritta, una frase semplice ma accattivante che esprimesse un idea
IL LOGO
il logo del locale il famoso "angelo della baia" nacque quasi spontaneamente: dice Tirotti - volevo trovare un logo semplice lineare ed armonioso che esprimesse la filosofia del locale ma che fosse, allo stesso tempo riconoscibile da tutti immediatamente.
parlando con il suo grafico di fiducia gli spiego' di pensare ad uno smile, cioe' un cerchietto tondo, un viso con una linea semicurva che rappresentava le labbra sorridenti ed un puntino che simboleggiava un occhio.
lo smile era infatti stilizzato di profilo: il grafico allora quasi per gioco traccio' l'aureola e lo smile si trasformo' nell'angelo della baia.
in pochi istanti era stato creato un simbolo leggendario che, ancora oggi, a distanza di tempo rappresenta un luogo , un'idea un modo di essere.
Tirotti fece poi costruire un grande angelo, di notte illuminato che divenne l'insegna del locale visibile da tutta la costa sottostante
LA QUALITA' DELLE SCELTE MUSICALI:
nella Grande Mela Tirotti aveva sentito un sound nuovo, innovativo, cioe' la disco music che stava affermandosi rapidamente come fenomeno di costume.musica mai sentita nella nostra penisola, selezionata da una figura professionale nuova: il deejay.il deejay, utilizzando due giradischi ed un mixer poteva dare continuita' alla serata evitando le interruzioni e i silenzi che caratterizzavano le esibizioni dei gruppi liveuna novita' assoluta fu la sovrapposizione ritmica dei pezzi selezionati in sequenza, che soppianto' la tecnica italiana con la quale i deejays presentavano i pezzi con l'utilizzo del microfono, sfumandoli.Tirotti conobbe un giovane portoricano, nativo di san jose', Tom Sison, trasferitori a Nwe York e gli propose di trasferirsi in italia. Tom accetto' l'offerta e colse l'opportunita' di vivere un'esperienza di vita unica ed irripetibile per il ragazzo che viveva nel village.come consuetudine del tempo Tom firmo' un contratto stagionale che comprendeva vitto alloggio e qualche biglietto aereo per tornare a New York.con lui arrivarono altri tre personaggi destinati a lasciare il segno nella nightlife internazionale: starling st jacques, elwanda contreras e carmen d'alessio che costituirono un cast artistico impensabile per il periodo.sterling era un afro americano attore e ballerino figlio di raymond, famoso attore reso popolare dai ruoli recitati in famosi film del genere chiamato blaxpoitation.sterling arrivo' alla baia per aiutare ad animare e rendere sempre piu' esclusive e sfiziose le serate.cerco' di proporsi anche come dj ma con scarsi risultati e dopo pochi set rinuncio' dedicandosi solamente all'impegno di ballerino.Elwanda era una modella new yorkese: si fermo' alla baia per due estati poi rientro' a new yorkCarmen rimase qualche tempo per fare ritorno poi nella sua New York dove viveva ormai da anni. peruviana arrivo' nella grande mela nel 1966 dove fu una apprezzatissima modella.la Baia degli angeli era pronta per incominciare la sua storia e da allora la nightlife italiana non fu piu' la stessa.il passaparola funziono' alla perfezione e la Baia si riempi' immediatamente di ragazzi provenienti dalle zone circostanti, anche se non mancavano ospiti d'eccezione, milanesi, romani amici di Tirotti.i turni e gli orari in consolle di lavoro diventarono insostenibili e Tom chiese a Tirotti di poter avere un collega con cui condividere la consolle e gli presento' un amico newyorkese: bob day.bob arrivo' sostenne un provino che supero' brillantemente e rimase ininterrottamente per tre stagioni fino a fine estate 1977.si era formata così la coppia di djs piu' famosa ed importante del panorama musicale italiano.bob era nato nel bronx nel 1948 ma viveva nel west village a manhattan.una curiosita': forse pochi sanno e ricordano che anche un altro americano suono' alla baia: rafael tores portoricano residente a new york: arrivo' in italia nel 1976 e suono' al "chocolate" di gabicce.era un caro amico di Tom e a volte prendeva possesso della consolle della baia.l'italia era una meta ambita da molti djs della grande mela e rafael tores fu preferito a chris jones (fratello della famosa cantante grace jones) che ambiva ad un posto nella consolle della baia.Bob e Tom furono così innovativi: la tecnica del mixaggio in sovrapposizione ritmica. l'utilizzo dei sottopiatti, pezzi di stoffa o cartone posti sotto il disco per farlo scorrere meglio, il posizionamento dei dischi per terra invece che negli appositi scaffali che consentiva una ricerca piu' veloce e soprattutto le selzioni musicali.ad inizio serata quando ancora i cancelli erano chiusi al pubblico, le proposte erano generalmente tratte dal grande archivio soul degli anni 74-75-76-77 pezzi lenti ma di grande impatto destinati a fare storia, poi il ritmo saliva miscelando pezzi disco e suoni duri della tradizione funk.Bob e Tom suonavano molti pezzi nella versione 7" e solo successivamente nel nuovo formato 12", oltre ovviamente ai tradizionali long playling dai quali estraevano pezzi sconosciuti ai piu'.come gia' raccontato i due americani tornavano a new york circa 5 volte all'anno ad acquistare nuovo materiale che poi proponevano in esclusiva.i due americani da bravi professionisti cercavano di coniugarele esigenze del dancefloor con la loro voglia di ricerca musicale: infatti a fianco di alcuni pezzi ai tempi "commerciali, bob e tom abbinavano alcune loro scoperte, come si puo' verificare con un attento ascolto.tom amava la musica nera ed i suoni ispanici tipici del periodo e le sue proposte erano sempre innovative quanto raffinatebob invece era piu' disco e le sue selzioni piu' da impatto per la facilita' dell'ascolto.bob e tom fecero conoscere ai nottambuli italiani le produzioni della philadelphia records, i suoni disco della tk di miami, portati direttamente dagli states in occasione dei viaggi che effettuavano quattro o cinque volte all'anno.il 1976 dice Tirotti - fu l'anno magico: grandi serate, gran successo di pubblico giusto e musica meravigliosa.il successo fu travolgente e la baia comincio' a diventare un fenomeno di culto, conosciuta in tutta italia: giovani nottambuli iniziarono ad arrivare da tutta la penisola, sull'onda dei racconti di chi c'era stato e dei mixtapers dei due americani che iniziarono a girare di mano in mano.bob e tom registravano le loro serate sul registratore a bobina revox e le passavano poi su cassette per venderle ai tanti appassionati.questo successo travolgente fu anche la fine dell'idea che aveva guidato Tirotti nell'aprire il locale: forse fu naturale ed inevitabile che la baia, un locale aperto a tutti, si trasformasse in un club piu' tendenzioso, frequentato dai giovani piu' grintosi e desiderosi di vivere la vita con grande intensita' e partecipazione emotiva.Tirotti decise di vendere e nell'autunno del 1977 si trasferiì per lungo tempo in africa.
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