la Storia di BOB e TOM (e della BAIA DEGLI ANGELI) tratta dal libro di Max de Giovanni "DISCO SELECTOR"
Nei primi anni 70 Giancarlo Tirotti viaggio' molto, tra sud america e
new york, l'allora capitale mondiale della moda e dell'arte in tutte le
sue forme.Nei suoi viaggi inizio' ad osservare, riflettere e prese
forma un idea ben precisa: tornare a gabicce, rilevare uno sporting area
situato sui colli e trasformarlo in un luogo che esprimesse la
filosofia del suo ideatore e sintetizzasse il meglio di quanto osservato
in giro per il pianeta.dice Tirotti: volevo aprire un locale aperto al
mondo, frequentato sia da giovani ragazzi, sia da uomini e donne
provenienti dai piu' diversi ceti sociali: un luogo d'incontro dove i
miei amici e i miei ospiti si trovassero a loro agio, indipendentemente
dall'eta', dalla cultura e disponibilita' economica.L'idea che mi ha
guidato è stata quella della "piazza", l'agora degli antichi greci, un
luogo di incontro aperto all'integrazione, dove incontrare ed
incontrarsi.Da vero esteta ed amante del bello, diede grande risalto ai
colori e agli arredamenti: il bianco candido dominava e caratterizzava
il locale, mentre le vetrate alle pareti permettevano agli ospiti di
godere di una vista mozzafiato sulla baia sottostante.Nel locale erano
state realizzate due piste da ballo situate su piani differenti e un
ascensore, in cui era stata posizionata la cabina del dj, permetteva di
governarle entrambeNel giardino esterno era stata costruita una piscina,
di giorno frequentatissima.La Baia non chiudeva mai - dice Tirotti -
gli ultimi nottambuli uscivano quando il sole era gia' alto nel cielo e,
appena riassestata e ripulita, riapriva nella sua veste diurna, per
accogliere nuovi ospiti che la preferivano alle affollate spiagge
sottostanti e si fermavno per colazioni e pranzi.nelle serate trascorse
nei locali di New York aveva colto l'importanza dell'impianto audio,
degli effetti scenici e della qualita' delle selezioni musicali.Trovare
il sound system adatto non fu un problema, gli effetti luci invece....in
Italia non esisteva nulla di quanto visto oltreoceano, solo luci
colorate e luci stroboscopiche che si azionavano automaticamente.Tirotti
commissiono' la realizzazione di questi effetti alla Amplilux che
inizio' a specializzarsi in tal senso, inventando strobo piu' potenti e
centraline luci molto particolari e riusci' cosi' a ricreare alla Baia
tutte quelle energie di calore che lo avevano entusiasmato a New
York.fece addirittura montare una gru sulla quale installo' particolari
effetti luce che a volte azionava personalmente.la Baia era aperta tutti
i giorni della settimana in estate e i week end d'inverno, tranne un
paio di mesi nei quali rimaneva chiusa per preparare i necessari
restyling: ad ogni stagione la Baia si presentava con una nuova veste
scenografica e con nuovi arredi: il personale fu dotato di un look
originale, infatti ognuno indossava una tuta bianca appositamente
ideata.La Baia apriva alle 22 ma gia' centinaia di persone aspettavano
impazientemente di entrare: la fila specialmente nel weekend era
continua e a mezzanotte circavi era il primo ricambio.alle 3 circa, un
nuovo flusso, prevalentemente addetti ai lavori e proprietari degli
altri locali della zona che, chiuse le rispettive attivita' andavanoalla
Baia per trascorrere il resto della serata.la Baia aveva adottato un
progetto marketing geniale, frutto dell'inventiva del suo ideatore:fu
data grande importanza al passaparola infatti tutti i clienti invitavano
a loro volta i propri amici ad andare a vivere emozioni uniche.furono
utilizzati pochi cartelloni pubblicitari, cosa invece di prassi comune
all'epoca, ma chiari ed efficaci: il famoso logo della baia e una
scritta, una frase semplice ma accattivante che esprimesse un idea
IL LOGO
il logo del locale il famoso "angelo della baia" nacque quasi
spontaneamente: dice Tirotti - volevo trovare un logo semplice lineare
ed armonioso che esprimesse la filosofia del locale ma che fosse, allo
stesso tempo riconoscibile da tutti immediatamente.
parlando con il suo grafico di fiducia gli spiego' di pensare ad uno
smile, cioe' un cerchietto tondo, un viso con una linea semicurva che
rappresentava le labbra sorridenti ed un puntino che simboleggiava un
occhio.
lo smile era infatti stilizzato di profilo: il grafico allora quasi
per gioco traccio' l'aureola e lo smile si trasformo' nell'angelo della
baia.
in pochi istanti era stato creato un simbolo leggendario che, ancora
oggi, a distanza di tempo rappresenta un luogo , un'idea un modo di
essere.
Tirotti fece poi costruire un grande angelo, di notte illuminato che
divenne l'insegna del locale visibile da tutta la costa sottostante
LA QUALITA' DELLE SCELTE MUSICALI:
nella Grande Mela Tirotti aveva sentito un sound nuovo, innovativo,
cioe' la disco music che stava affermandosi rapidamente come fenomeno di
costume.musica mai sentita nella nostra penisola, selezionata da una
figura professionale nuova: il deejay.il deejay, utilizzando due
giradischi ed un mixer poteva dare continuita' alla serata evitando le
interruzioni e i silenzi che caratterizzavano le esibizioni dei gruppi
liveuna novita' assoluta fu la sovrapposizione ritmica dei pezzi
selezionati in sequenza, che soppianto' la tecnica italiana con la quale
i deejays presentavano i pezzi con l'utilizzo del microfono,
sfumandoli.Tirotti conobbe un giovane portoricano, nativo di san jose',
Tom Sison, trasferitori a Nwe York e gli propose di trasferirsi in
italia. Tom accetto' l'offerta e colse l'opportunita' di vivere
un'esperienza di vita unica ed irripetibile per il ragazzo che viveva
nel village.come consuetudine del tempo Tom firmo' un contratto
stagionale che comprendeva vitto alloggio e qualche biglietto aereo per
tornare a New York.con lui arrivarono altri tre personaggi destinati a
lasciare il segno nella nightlife internazionale: starling st jacques,
elwanda contreras e carmen d'alessio che costituirono un cast artistico
impensabile per il periodo.sterling era un afro americano attore e
ballerino figlio di raymond, famoso attore reso popolare dai ruoli
recitati in famosi film del genere chiamato blaxpoitation.sterling
arrivo' alla baia per aiutare ad animare e rendere sempre piu' esclusive
e sfiziose le serate.cerco' di proporsi anche come dj ma con scarsi
risultati e dopo pochi set rinuncio' dedicandosi solamente all'impegno
di ballerino.Elwanda era una modella new yorkese: si fermo' alla baia
per due estati poi rientro' a new yorkCarmen rimase qualche tempo per
fare ritorno poi nella sua New York dove viveva ormai da anni. peruviana
arrivo' nella grande mela nel 1966 dove fu una apprezzatissima
modella.la Baia degli angeli era pronta per incominciare la sua storia e
da allora la nightlife italiana non fu piu' la stessa.il passaparola
funziono' alla perfezione e la Baia si riempi' immediatamente di ragazzi
provenienti dalle zone circostanti, anche se non mancavano ospiti
d'eccezione, milanesi, romani amici di Tirotti.i turni e gli orari in
consolle di lavoro diventarono insostenibili e Tom chiese a Tirotti di
poter avere un collega con cui condividere la consolle e gli presento'
un amico newyorkese: bob day.bob arrivo' sostenne un provino che supero'
brillantemente e rimase ininterrottamente per tre stagioni fino a fine
estate 1977.si era formata così la coppia di djs piu' famosa ed
importante del panorama musicale italiano.bob era nato nel bronx nel
1948 ma viveva nel west village a manhattan.una curiosita': forse pochi
sanno e ricordano che anche un altro americano suono' alla baia: rafael
tores portoricano residente a new york: arrivo' in italia nel 1976 e
suono' al "chocolate" di gabicce.era un caro amico di Tom e a volte
prendeva possesso della consolle della baia.l'italia era una meta ambita
da molti djs della grande mela e rafael tores fu preferito a chris
jones (fratello della famosa cantante grace jones) che ambiva ad un
posto nella consolle della baia.Bob e Tom furono così innovativi: la
tecnica del mixaggio in sovrapposizione ritmica. l'utilizzo dei
sottopiatti, pezzi di stoffa o cartone posti sotto il disco per farlo
scorrere meglio, il posizionamento dei dischi per terra invece che negli
appositi scaffali che consentiva una ricerca piu' veloce e soprattutto
le selzioni musicali.ad inizio serata quando ancora i cancelli erano
chiusi al pubblico, le proposte erano generalmente tratte dal grande
archivio soul degli anni 74-75-76-77 pezzi lenti ma di grande impatto
destinati a fare storia, poi il ritmo saliva miscelando pezzi disco e
suoni duri della tradizione funk.Bob e Tom suonavano molti pezzi nella
versione 7" e solo successivamente nel nuovo formato 12", oltre
ovviamente ai tradizionali long playling dai quali estraevano pezzi
sconosciuti ai piu'.come gia' raccontato i due americani tornavano a new
york circa 5 volte all'anno ad acquistare nuovo materiale che poi
proponevano in esclusiva.i due americani da bravi professionisti
cercavano di coniugarele esigenze del dancefloor con la loro voglia di
ricerca musicale: infatti a fianco di alcuni pezzi ai tempi
"commerciali, bob e tom abbinavano alcune loro scoperte, come si puo'
verificare con un attento ascolto.tom amava la musica nera ed i suoni
ispanici tipici del periodo e le sue proposte erano sempre innovative
quanto raffinatebob invece era piu' disco e le sue selzioni piu' da
impatto per la facilita' dell'ascolto.bob e tom fecero conoscere ai
nottambuli italiani le produzioni della philadelphia records, i suoni
disco della tk di miami, portati direttamente dagli states in occasione
dei viaggi che effettuavano quattro o cinque volte all'anno.il 1976 dice
Tirotti - fu l'anno magico: grandi serate, gran successo di pubblico
giusto e musica meravigliosa.il successo fu travolgente e la baia
comincio' a diventare un fenomeno di culto, conosciuta in tutta italia:
giovani nottambuli iniziarono ad arrivare da tutta la penisola,
sull'onda dei racconti di chi c'era stato e dei mixtapers dei due
americani che iniziarono a girare di mano in mano.bob e tom registravano
le loro serate sul registratore a bobina revox e le passavano poi su
cassette per venderle ai tanti appassionati.questo successo travolgente
fu anche la fine dell'idea che aveva guidato Tirotti nell'aprire il
locale: forse fu naturale ed inevitabile che la baia, un locale aperto a
tutti, si trasformasse in un club piu' tendenzioso, frequentato dai
giovani piu' grintosi e desiderosi di vivere la vita con grande
intensita' e partecipazione emotiva.Tirotti decise di vendere e
nell'autunno del 1977 si trasferiì per lungo tempo in africa.
DEDICATO AL MAESTRO BOB SINCLAR
RispondiEliminaNulla d'aggiungere ad un prezioso pezzo di storia indimentacabile. Una commistione di eventi/persone/fatti irreplicabili, dal'oltronde che mito sarebbe? C'è da dire solo una cosa: la baia degli angeli è stata tale solo grazie alla direzione di Tirotti (genio), il resto dal '78 in poi non va neanche menzionato.
RispondiEliminaMa infatti...
RispondiElimina